Cataldo Russo - Patrizia Colaianni

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Cataldo Russo

Interviste
INTERVISTA A CATALDO RUSSO, SCRITTORE E DRAMMATURGO, EX DIRIGENTE SCOLASTICO
 
COLAIANNI: QUANDO E’INIZIATA LA SUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?
 
RUSSO: Presto, molto presto. Credo la passione mi sia stata trasmessa, in primis, dalla tradizione orale, da quei grandi affabulatori che erano gli anziani che, seduti attorno ai camini o nei rioni, raccontavano accadimenti di ogni tipo e, poi, dai libri.
 
COLAIANNI: IN CHE MODO, I SUOI STUDI UNIVERSITARI HANNO INFLUITO SULLA SUA FUTURA CARRIERA DI SCRITTORE E DRAMMATURGO?
 
RUSSO: Credo che abbiano affinato e fatto emergere in maniera più consapevole le passioni che mi portavo dentro. (Il prof. Cataldo Russo si è laureato in Lingue e Letterature straniere all’Università IULM di Milano).
 
COLAIANNI: LA MESSA IN SCENA DI OPERE TEATRALI, TRATTE DAI SUOI LIBRI, E’PIU’ DIFFICOLTOSA AL SUD O AL NORD? CI SONO DELLE DIFFERENZE TRA GLI SPETTACOLI ALLESTITI AL SUD, PIUTTOSTO CHE AL NORD? IL PUBBLICO E’, PIU’ O MENO, CALOROSO, PARTECIPE, INTERESSATO?
 
RUSSO: Io vivo al Nord e, di conseguenza, mi muovo meglio qui. Tuttavia, al Sud c’è una grande passione e richiesta di teatro, per cui riesco sempre a organizzare qualcosa in Calabria, anche se vi sto poco. Il pubblico al Sud è molto caloroso, soprattutto se si tratta di commedie.
 
COLAIANNI: PUO’ FARE UN BREVE EXCURSUS DELLE OPERE TEATRALI PIU’ IMPORTANTI DI CUI SI E’OCCUPATO, TRATTE DAI SUOI LIBRI?
 
RUSSO: Nel 1991 scrissi “Gli altri sequestrati” per denunciare il sequestro Casella. Il dramma fu rappresentato al teatro Olmetto per una quindicina di repliche. Poi fu la volta de: “Il sogno di volare”, un dramma che condensa sessant’anni di storia italiana: dalla lotta di liberazione allo stragismo, dal problema femminile al dramma dei migranti.
 
Nel 1994 fu la volta de: “La guerra ritrovata”, un testo contro gli entusiasmi della guerra.
 
Poi è stata la volta di: “Cristo fra i briganti”, “Spoon River: voci dalla collina al mare”, “Ulisse: la nostalgia di casa”, “Il fabbro partigiano”, tutti hanno avuto molte repliche.
 
In questi anni ho scritto una trentina di testi teatrali.
 
COLAIANNI: IL TEATRO, SECONDO LEI, E’ANCORA IN AUGE, OPPURE STA TRAMONTANDO, RISPETTO MAGARI AL CINEMA?
 
RUSSO: Il teatro si barcamena fra difficoltà di costi e carenza di grandi testi.
 
Il grande teatro classico è certamente in difficoltà.
 
Oggi prevale la figura dell’attore tuttologo, che scrive e rappresenta da solo i suoi testi.
 
Tuttavia, non credo che sia la fine del teatro, perché il pubblico ama questa forma d’arte e di intrattenimento.
 
COLAIANNI: IL TEATRO PUO’ AVERE UNA VALENZA CATARTICA E POTREBBE RAPPRESENTARE ANCHE IL FUTURO. COSA DIREBBE AI GIOVANI CHE SI VOLESSERO DEDICARE AL TEATRO?
 
RUSSO: Il teatro ha sempre un aspetto catartico e per questo non può non avere un futuro. Anche se il teatro ha bisogno del sostegno pubblico, dico ai giovani di credere e cimentarsi con questa forma d’arte.
Patrizia Colaianni
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