il topolino in montagna - Patrizia Colaianni

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il topolino in montagna

Fiabe
IL TOPOLINO IN MONTAGNA
 
 
Esiste una città di soli topi, Topolandia.
 
Il suo sindaco, Mr Mangiagatti, dopo le elezioni elettorali, si rilassa in montagna. Il suo abituale hotel è in una zona molto tranquilla. Il secondo giorno di permanenza in questo posto incantevole si reca a sciare sull’ampia pista, vicino all’albergo. E’ pronto per effettuare la discesa, ma l’altoparlante annuncia:
 
- Mr Mangiagatti è atteso urgentemente in hotel.
 
Desolato, il sindaco rimanda la sua sciata.
 
Un topolino di campagna ha bisogno del suo aiuto.
 
- Mi scusi, se l’ho disturbata – dice il topo, ma lei è l’unica persona che può aiutarmi. Mi chiamo Bartolomeo ed abito in una campagna molto distante da Topolandia. Vicino al nostro territorio c’è il castello della strega Gattighel. E’ molto cattiva e ci ha rubato il grano, che faticosamente abbiamo raccolto per quest’inverno. Alcuni giorni fa è arrivato il postino, recapitando un giornale sul quale c’era un articolo che parlava della sua grande bontà. Io ed i miei amici abbiamo deciso di rivolgerci a lei.
 
- Poveri amici topolini, - esclama impietosito Mangiagatti – contate pure su di me. Per affrontare questa perfida strega, mi occorre l’aiuto del mio fidatissimo mago. Vado subito a telefonargli.
 
Toplicum è un mago molto buono. Si batte per mantenere la pace nel piccolo mondo dei topi.
 
In questo momento, nella sua residenza sotterranea, sta ideando una medicina contro il mal d’auto sofferto molto spesso dai topolini, che non si sono ancora abituati a viaggiare in macchina. Squilla il telefono, ma egli non risponde. E’ un po’ sordo, a causa dell’età avanzata. Casualmente si avvicina all’apparecchio per guardare l’orologio (è più di due ore che è impegnato a preparare la medicina) e finalmente sente gli squilli.
 
- Pronto! Chi parla? Ah! Mangiagatti. Caro amico, sono felice di sentirti. Come vanno le vacanze? Spero bene.
 
- Lascia perdere. Non parliamo delle vacanze – risponde Mangiagatti. – Ho telefonato per chiederti un favore.
 
Gli narra la storia del topolino di campagna e della perfida strega.
 
- Certamente, ti aiuto. Sono sempre disponibile, se si tratta di proteggere i nostri simili e di sconfiggere il male, dilagante nel mondo. Lo sai bene amico mio che ci battiamo entrambi per dei sacrosanti ideali. Prendo il tappeto e volo subito da te.
 
Intanto, nel suo castello, la strega Gattighel sta tramando qualche tiro mancino da fare ai topolini.
 
- Quei topastri non sanno con chi hanno a che fare. L’idea di vedere dei topi nelle campagne prossime al mio castello mi fa innervosire. Devo fare il possibile per scacciarli dalle loro campagne. Ho già rubato il grano che avevano raccolto per l’inverno. Cos’altro posso fare?
 
La strega consulta il suo libro d’incantesimi, ma non c'è niente che la soddisfi.
 
- Provo a chiedere aiuto alla mia sfera parlante, che vede tutto e prevede il futuro. Dimmi sfera adorata: cosa mi suggerisci per allontanare i topi e non farli più tornare nelle campagne vicine al mio castello?
 
- Un consiglio efficace l’avrei! – risponde la sfera.
 
- Allora dimmelo, perchè mi fai aspettare! – replica Gattighel.
 
- Potresti spazzare tutti i topi dei dintorni con un uragano e creare una barriera invisibile, che circondi le campagne circostanti e il castello – riprende la sfera.
 
- E’ vero! Sfera di cristallo mi sei sempre molto utile – dice la strega e si prepara ad attuare il consiglio.
 
- Aspetta, - esorta la sfera – invece di pensare ai topi, faresti meglio a preoccuparti di salvaguardare il tuo potere, che sta per essere messo a dura prova da un magnanimo mago.
 
Gattighel guarda attraverso la sfera e vede un personaggio piuttosto anziano che, sul tappeto, vola sopra le cime delle montagne.
 
- Perbacco! Questo chi è? – domanda spaventata la strega.
 
- E’ il protettore dei topi.
 
- Cosa fa nei paraggi? – chiede ancora Gattighel.
 
- E’ stato chiamato da un topo che si trova in montagna, al quale un topolino di campagna si è rivolto in aiuto – risponde la sfera.
 
- Prepariamogli un “caloroso” benvenuto!
 
Gattighel solleva una tempesta di neve, che travolge il tappeto volante con il povero mago.
 
- Adesso nessuno può intralciare i miei piani – esulta Gattighel.
 
La bufera di neve è talmente violenta da trasportare Toplicum lontanissimo.
 
Il mago, in questi attimi di panico, sviene e si risveglia su un prato fiorito. Si guarda attorno e nota di essere atterrato in un luogo molto strano. I fiori sono altissimi e i più piccoli sono alti quanto lui. Toplicum perplesso si domanda dove è capitato. Si gira e vede davanti a sé una maxifata vestita di nuvole, con il capo adorno di raggi di sole e in mano una bacchetta d’aria pura. Il mago è spaventato e, allo stesso tempo, affascinato dalla sublime apparizione. La maxifata si rivolge a lui molto dolcemente:
 
- Salve mago Toplicum, non spaventarti della mia grandezza. Sono la fata della verità e nulla mi sfugge.
 
- Dove sono? – chiede il topo.
 
- Ti trovi in un mondo al di sopra del cielo, dove tutto è impalpabile.
 
Il mago tocca il piede alla fata ed i fiori intorno e nota, con molto stupore, che la sua mano li oltrepassa e domanda:
 
- Su cosa cammino, se non c’è niente di solido?
 
- Quello che vedi è fatto tutto d’aria. Il sole plasma le forme dei fiori e gli dà vita e colore. Io sono fatta d’aria e di sole, elementi puri e privi d’ogni male terreno – dice la maxifata. – Tu, però, sei venuto qui per caso, in seguito alla violenta bufera provocata dalla strega Gattighel?
 
- Sì. Come fai a saperlo? – domanda Toplicum.
 
- Te l’ho già detto: nulla mi sfugge, perché sono la  Verità personificata.
 
- Ho paura di non essere in grado di fare niente contro gli uragani della perfida strega: sono troppo violenti e la mia magia non riesce a domarli, nonostante i miei sforzi e la mia buona volontà – afferma sconsolato il mago.
 
- Non preoccuparti di questo, ti dò qualcosa per neutralizzare il male che c’è nel cuore di Gattighel. Purtroppo, non riesco a venire con te. Non posso scendere sulla terra. Ti faccio una concessione più grande.
 
Così dicendo, la maxifata agita la sua bacchetta magica e produce un cuore di vento, poi lo sigilla con un raggio di sole dei suoi capelli e lo porge a Toplicum.
 
- Addio, sii sempre un buon mago – lo saluta la maxifata; poi agita nuovamente la bacchetta magica e avvolge Toplicum in una bolla d’aria, che lo trasporta dolcemente sulla terra e, precisamente, sul castello della strega. A questo punto, la bolla d’aria si rompe e il cuore di vento entra nel petto di Gattighel, infondendole una bontà inaudita e un immenso amore per i topolini.
 
Il mago, sul suo tappeto, cullato dal vento, vola all’hotel di Mangiagatti che, nel frattempo, è preoccupato per l’amico mago. I due si abbracciano e Mangiagatti fa molte domande a Toplicum:
 
- E’ successo qualcosa di grave? Sono cinque giorni che ti cerco disperatamente. Mi sono rivolto ai pompieri e alla polizia. Non sapevo più cosa pensare e cosa fare per ritrovarti. Ho temuto che ti fosse accaduto un incidente sul tuo tappeto volante e ho fatto delle ricognizioni in aereo per perlustrare le montagne, insieme alla polizia. Bartolomeo pensava addirittura che la strega Gattighel ti avesse fatto del male, data la sua cattiveria.
 
- Mi dispiace di averti fatto preoccupare enormemente. Sono riuscito a scacciare il male dal cuore di Gattighel.
 
Rivolto a Bartolomeo, dice :
 
- Puoi tornare a casa e comunicare ai tuoi amici topolini che la strega non vi farà più alcun male, anzi sarà vostra amica. Vi prego, perciò, di volerle bene e di dimenticare le angherie che vi ha fatto.
 
Bartolomeo, felicissimo, lo ringrazia, scusandosi per il disturbo arrecatogli.
 
- Niente ringraziamenti. Vorrei solo che ricordassi e dicessi ai tuoi amici di campagna di sostenere sempre il bene e di vivere in pace, rispettando ed amando il prossimo.
 
- Stia tranquillo. Non me ne dimenticherò. Lei è il benefattore dei topolini e noi non ci dimenticheremo dei suoi insegnamenti.
 
Così dicendo, saluta il mago e Mangiagatti e, fiducioso in un avvenire migliore, torna in campagna.
 
Rimasti soli, Toplicum promette al sindaco di narrargli le sue disavventure. Sarebbero troppo lunghe da raccontare subito.
 
Mangiagatti è alquanto desolato: è già ora di ritornare in città.
 
Beh, diciamo che tutti i mali non vengono per nuocere!
 
Mangiagatti non è riuscito a riposarsi ed a svagarsi, ma è lo stesso molto felice di ritornare a Topolandia, la sua amata città, di rivedere i suoi cittadini che lo stimano molto e hanno rinnovato la loro fiducia in lui, rieleggendolo sindaco.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LA PETITE SOURIS EN MONTAGNE
 
 
Il y a une ville habitée uniquement par des souris, Ratville.
 
Son maire, Monsieur Mangechats, après les élections administratives, se détend en montagne. Son hôtel habituel se trouve dans une zone très calme. Le deuxième jour de séjour dans ce lieu charmant il va skier sur la grande piste, près de l’hôtel. Il est prêt pour la descente, mais le haut-parleur annonce :
 
-Monsieur Mangechats est attendu à l’hôtel tout de suite.
 
Désolé, le maire renvoie son ski.
 
Une petite souris de campagne a besoin de son aide.
 
- Pardon de vous déranger, - dit la souris - mais vous êtes le seul à pouvoir m’aider. Je m’appelle Bartholomée et j’habite dans une campagne bien loin de Ratville. Près du notre territoire il y a le château de la sorcière Chatsghel. Elle est très méchante et nous a volé le blé qui nous avons laborieusement récolté pour cet hiver. Il y a quelques jours, le facteur a livré un journal dans lequel il y avait un article qui parlait de votre immense bonté. Mes amis et moi avons décidé de nous tourner vers vous.
 
-Mes pauvres petites souris, - s’exclame adouci Mangechats - comptez sur moi. Pour affronter cette méchante sorcière, j’ai besoin de l’aide de mon fidèle magicien. Je vais l’appeler tout de suite.
 
Raticum est un magicien très bon. Il se bat pour maintenir la paix dans le petit monde des souris.
 
En ce moment, dans sa résidence souterraine, il est en train de préparer un médicament contre le mal de transports dont souffrent souvent les petites souris qui ne sont pas habituées à voyager en voiture. Le téléphone sonne, mais il ne répond pas. Il est un peu sourd, parce qu’il est âgé. Par hasard, il va vers l’appareil pour regarder l’heure (ça fait plus de deux heures qu’il est engagé à préparer le médicament) et il entend enfin sonner.
 
-Allo, qui est-ce ? Ah ! Mangechats. Mon cher ami, je suis content de t’entendre. Comment se passent les vacances ? J’espère bien.
 
Laisse tomber, on n’en parle pas – répond Mangechats. – Je t’ai appelé pour te demander un faveur.
 
Il lui raconte l’histoire de la petite souris de campagne et de la méchante sourcière.
 
-Bien sûr, je vais t’aider. Je suis toujours prêt à protéger les nôtres et à combattre le mal qui sévit dans le monde. Tu le sais bien, mon ami, que nous nous battons pour des sacro-saints idéaux. Je vais prendre le tapis et j’arrive. En attendant, dans son château, la sorcière Chatsghel manigance quelques entourloupes pour les petites souris.    
 
-Ces petits rats ne savent pas avec qu’ils jouent. L’idée de voir des rats dans les campagnes près de mon château me rend nerveuse. Je vais faire tout ce que je peux pour les chasser de leurs campagnes. J’ai déjà volé le blé qu’ils avaient récolté pour l’hiver. Qu'est-ce que je peux faire d'autre ?
 
La sorcière consulte son livre de sorts, mais rien ne la satisfait.  
 
-Je vais demander de l’aide à ma boule parlante qui voit tout et prédit le futur. Dis-moi, ma chérie : que me suggères-tu pour éloigner les rats et ne les faire pas revenir dans les campagnes près de mon château ?
 
-J’ai une idée ! – répond la boule.
 
-Alors dis-moi, pourquoi me fais-tu attendre ? – répond Chatsghel.
 
-Tu pourrais supprimer tous les rats des environs par un ouragan et créer une barrière invisible qui entoure les campagnes environnantes et le château – dit la boule.
 
-C’est vrai ! Boule de cristal, tu m’aides toujours – dit la sorcière qui se prépare à mettre en œuvre le conseil.   
 
Attends, - dit la boule – au lieu de penser aux rats, tu ferais mieux de penser à préserver ton pouvoir qui va être mis à l’épreuve par un magnanime magicien.
 
Chatsghel regarde dans la boule et voit un vieil personnage qui, sur le tapis, survole les sommets des montagnes.
 
-Mon Dieu ! Qui est-ce ? demande la sorcière effrayée.
 
-C’est le protecteur des rats.
 
- Que fait-il ici ? – demande à nouveau Chatsghel.
 
-Il a été appelé par un rat qui se trouve en montagne auquel une petite souris a demandé de l’aide – répond la boule.
 
-Préparons-lui un accueil « chaleureux » !
 
Chatsghel provoque une tempête de neige, qui emporte le tapis volant avec le pauvre magicien.   
 
-Maintenant personne ne peut contrecarrer mon but – dit Chatsghel, enjouée.
 
La tempête de neige est si violente que Raticum est transporté très loin.  
 
Le magicien, dans ce moment de panique, s’évanouit et se réveille sur un pré fleuri. Il regarde autour de lui et note qu’il est atterri dans un endroit très étrange. Les fleurs sont très hautes et les plus petites sont aussi hautes que lui. Raticum, perplexe, se demande où il se trouve. Il se tourne et voit devant lui une maxifée vêtue de nuages, sa coiffe est ornée de rayons de soleil et elle tient une baguette d’air pur. Le magicien est effrayé mais, dans le même temps, fasciné par la sublime apparition. La maxifée s’adresse à lui très doucement :
 
-Salut Raticum, n’aie pas peur de ma grandeur. Je suis la fée de la vérité et rien ne m’échappe.
 
-Où suis-je ?- demande le souris.
 
- Tu es dans un monde au-dessus du ciel, où tout est impalpable.
 
Le magicien touche le pied de la fée et les fleurs autour et il remarque avec surprise que sa main les dépasse et il demande :
 
-Sur quoi je marche, s’il n’y a rien de solide ?
 
-Ce que tu vois est fait d’air et de soleil, des éléments purs et dépourvus de tout mal d’ici-bas -  dit la maxifée. – Tu es toutefois venu ici par hasard, à cause de la violente tempête provoqué par la sorcière Chatsghel ?
 
-Oui. Comment le sais-tu ? – demande Raticum.
 
-Je t’ai déjà dit : rien ne m’échappe, parce que je suis la Vérité personnifiée.  
 
-J’ai peur de ne pas être capable de rien faire contre les ouragans de la méchante sorcière : ils sont trop violents et ma magie ne peut pas les maîtriser, malgré mes efforts et ma bonne volonté – affirme désolé le magicien.
 
-Ne t’inquiète pas pour ça, je vais te donner quelque chose pour neutraliser le mal qui se trouve dans le cœur de Chatsghel. Malheureusement, je ne peux pas venir avec toi. Je ne peux pas descendre sur la terre. Je te fais une concession plus grande.
 
En disant cela, la maxifée agite sa baguette magique et produit un cœur de vent, puis le ferme avec un rayon de soleil de ses cheveux et le tend à Raticum.
 
-Au revoir, sois toujours un bon magicien – le salue la maxifée ; puis elle agite encore une fois sa baguette magique et enveloppe Raticum dans une bulle d’air qui le transporte doucement sur la terre et, plus précisément, sur le château de la sorcière. A ce stade, la bulle d’air se brise et le cœur de vent pénètre dans la poitrine de Chatsghel, en générant chez elle une bonté inouïe et un amour immense pour les petites souris.
 
Le magicien, sur son tapis, bercé par le vent, vole vers l’hôtel de Mangechats qui, entre-temps, est préoccupé par l’ami magicien. Les deux s’embrassent et Mangechats pose beaucoup de questions à Raticum :
 
-Est-ce que quelque chose d’important est arrivé ? Ça fait cinq jours que je te cherche désespérément. Je me suis adressé aux pompiers et à la police. Je ne savais pas quoi penser et quoi faire pour te retrouver. J’ai cru que qu’il t’était arrivé un accident sur ton tapis volant et j’ai fait des reconnaissances en avion pour fouiller les montagnes, avec la police. Bartholomée pensait même que la sorcière Chatsghel t’avait fait du mal, compte tenu de da méchanceté.    
 
- Je suis désolé de t'avoir causé du tourment. J’ai réussi à chasser le mal du cœur de Chatsghel.
 
En s’adressant à Bartholomée, il dit :
 
-Tu peux rentrer chez toi et communiquer à tes amis souris que la sorcière ne va pas vous faire de mal, mais sera au contraire votre amie. Je vous demande donc de l’aimer et d’oublier ses vexations.
 
Bartholomée, très heureux, le remercie en s’excusant pour le dérangement.
 
-Inutile de me remercier. Je souhaiterai seulement que tu rappelles et dises à tes amis de campagne de maintenir toujours le bien et de vivre en paix, dans le respect et l’amour du prochain.
 
Ne vous inquiétez pas. Je ne l'oublierai pas. Vous êtes le bienfaiteur des petites souris et nous n’oublierons pas vos enseignements.
 
En disant cela, il salue le magicien et Mangechats et, confiant dans un avenir meilleur, retourne dans la campagne.
 
Raticum promet au maire de lui raconter ses mésaventures. Elles seraient trop longues à raconter tout de suite.
 
Mangechats est assez désolé : c’est déjà l’heure de retourner en ville.
 
Bien, il faut voir le bon côté des choses !
 Mangechats n’a pas pu se reposer et se relaxer, mais il est quand même très heureux de retourner à  Ratville, sa ville bien-aimée, de revoir ses citoyens qui les aiment beaucoup et qui ont renouvelé leur confiance en lui, en le réélisant maire.
Patrizia Colaianni
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